La storia di Gagliano (Poesia)

Ripercorriamo la storia di Gagliano attraverso la poesia scritta dal parroco, don Michele Fontana. Il componimento, composto da dieci strofe di quattro stichi a rima alternata, è in dialetto calabrese. Al termine del testo si può leggere la traduzione in Italiano, e una serie di note che spiegano i riferimenti storici.

A storia de’ Gagghjanu

Arricchjàti, genti, su fattareddhu,

ca mo vi cuntu ‘a storia de Gagghjanu,

cchi d’a Parrera sagghja a Parreddhu,

facendu ppè chjazza duv’era nu chjànu.

‘E subb’a Petrusa guarda a Coraci,

‘e duva ‘a vista ppè tutti s’ammalìa.

C’era l’urtimu sbarcu d’o golfu ‘e Schiddhaci.

E ddhocu vattiaru u nomu all’Italia.

Do’ neoliticu finu a li greci,

genti e culturi si succediru;

Ulissa ‘e sti parti ‘ncontrau i feaci

e strati, i romani cci costruiru.

Vinnaru cca i basiliani a pregàra,

e i bizantini ‘a sita portaru,

orti e giardini ‘e coltivara

cchi puru i Normanni si ‘nnammuraru.

‘A Madonna ‘e Porto cca fu pittàta;

u Viscuvu a Cariati e cca u scegghjru;

‘a Santa Crùcia fermau ‘a calata;

puru i briganti trovaru ritiru.

Borgu ‘e pitturi e de grandi artisti,

poeti, scrittori e musicanti,

attori, artigiani e fantasisti,

prèviti, nobili e politici ‘mportànti.

Identità e feda su’ na cosa sula,

riti antichi e lavoru ppè bardàsci,

cultu a Maria e Passiona d’o Signura,

festività e tradizioni a fasci.

Du’ campanili s’àzanu a lu cielu,

portandu i sospiri ‘e tutt’a genta

cchi, ppò Rosariu o ppò Carmelu,

a Ddiu s’affida intr’a tormenta.

Populu ccu i mani signati ‘e fatica,

crisciutu a pana e sacrifici,

cchi ogni perzuna considera amica,

e a quattru si fa. Puru ppè nemici.

Tena ntr’o sangu ‘a solidarietà,

e ava ppè onora ‘a condivisiona.

Orgogliosu d’a propria identità

cchi ‘u fa ‘e Catanzaru u’ primu riona.

Don Michele Fontana

La storia di Gagliano

Ascoltate, gente, questo racconto,

che ora vi narro la storia di Gagliano,

che dalla Parrera saliva verso Parrello (1),

facendo una piazza dove c’era una pianura (2).

Da sopra la Petrosa guarda verso Corace (3),

da dove la vista incanta tutti.

C’era l’ultimo sbarco del golfo di Squillace (4).

E qui battezzarono il nome all’Italia (5).

Dal neolitico fino ai greci,

popoli e culture si sono succeduti (6);

Ulisse da queste parti incontrò i feaci (7)

e i romani ci costruirono strade.

I basiliani qui vennero per pregare (8),

e i bizantini portarono l’arte della seta (9),

orti e giardini da coltivare,

di cui anche i Normanni si innamorarono (10).

La Madonna di Porto qui fu dipinta (11);

il Vescovo per Cariati qui fu scelto (12);

la Santa Croce fermò la discesa (13);

anche i briganti trovarono rifugio (14).

Borgo di pittori e di grandi artisti,

poeti, scrittori e musicisti,

attori, artigiani e fantasisti,

preti, nobili e politici importanti.

Identità e fede sono una cosa sola,

riti antichi e lavoro per i ragazzi,

culto a Maria e Passione del Signore,

feste e tradizioni a fasci (15).

Due campanili si alzano al cielo,

portando i sospiri di tutta la gente (16)

che, per il Rosario o per il Carmelo (17),

a Dio si affida nella tempesta.

Popolo con le mani segnate dalla fatica,

cresciuto a pane e sacrifici,

che ogni persona considera amica,

e a quattro si fa. Anche per i nemici.

Ha nel sangue la solidarietà,

e ha per onore la condivisione.

Orgoglioso della propria identità

che lo fa di Catanzaro il primo rione.

Note

(1) Parrera per sineddoche indica la ruga del Gonío, con la chiesa del Rosario, nella parte bassa del borgo, edificata su una pietraia.Parreddhu è diminutivo di Parrera, e indica un’altra localita nella parte più alta dell’originario borgo.

(2) La storica piazza di Gagliano è sempre stata collocata dove c’era un piccolo terreno pianeggiante.

(3) Il borgo di Gagliano è nato non rivolto verso Catanzaro, ma affacciato verso il fiume Corace, che gli permette la vista dei due mari.

(4) Tramite il fiume Corace, una volta navigabile, ai piedi di Gagliano potevano giungere le imbarcazioni che accedevano dal Golfo di Squillace (mar Jonio). La merce e le persone, dopo un breve tratto sulla terra ferma, potevano riprendere la navigazione sul fiume Amato che sbocca nel Golfo di Sant’Eufemia (mar Tirreno), evitando di dover curcumnavigare la Calabria e risparmiando tempo.

(5) Secondo Aristotele nell’istmo di Catanzaro, tra i due golfi, dove svetta anche il borgo di Gagliano, si insediò il re Italo, sovrano degli enotri. Da lui questa parte della penisola venne chiamata Italia.

(6) Gagliano custodisce numerose testimonianze archeologiche, tra cui grotte e reperti che attestano la continuità dell’insediamento umano dalla preistoria all’epoca romana.

(7) Tradizioni locali indicano nel territorio di Tiriolo (dirimpettaia di Gagliano), la mitica Scheria, la terra dei Feaci dove Ulisse approdò e fu accolto da Nausicaa, Alcinoo e Arete nell’Odissea.

(8) Tra il VII e il XI secolo, i monaci basiliani fuggiti dall’Oriente a causa delle persecuzioni iconoclaste, trovarono rifugio nelle zone interne e collinari della Calabria. La chiesa del SS. Rosario (originariamente di “S. Caterina”) sorge probabilmente su un ipogeo basiliano, cioè su un luogo di culto sotterraneo utilizzato dai monaci di San Basilio.

(9) L’arte della seta a Catanzaro, e in Gagliano, affonda le radici nell’epoca bizantina, quando la Calabria era parte dell’Impero d’Oriente. I Bizantini introdussero le prime conoscenze seriche con le tecniche di coltivazione del gelso, l’allevamento del baco da seta e la filatura della seta stessa, ponendo le basi di una tradizione che avrebbe reso Catanzaro celebre in tutta Europa.

(10) La presenza dei Normanni nei pressi di Gagliano è documentata a Rocca Falluca, borgo a circa otto chilometri di distanza, fondato intorno alla metà dell’XI secolo dalla famiglia normanna dei Falloch.

(11) Il miracoloso dipinto della Madonna di Costantinopoli (dai catanzaresi noto come Madonna di Porto), venerato nella vicina Gimigliano, fu realizzato dal gaglianese Marco Puzzuto, noto come Marcangione, nel 1626 in una bottega nella ruga del Gonío di Gagliano.

(12) A inizio ‘600 il presbitero Maurizio Riccio, tra l’altro devoto della Madonna del Carmine di Gagliano, fu fatto Vescovo della diocesi di Cariati dove rimase dal 1619 al 1627.

(13) A inizio ‘800 scoppiò l’insurrezione calabrese: una serie di rivolte popolari contro l’occupazione francese durante il periodo napoleonico. Le truppe transalpine usavano saccheggiare e depredare i centri abitati e le chiese. Così fecero con il quadro della Madonna di Porto a Gimigliano e la Santa Croce a Gagliano. Tuttavia, mentre portavano la sacra effige lungo i sentieri della Serra che scende da Gagliano, la croce divenne oltremodo pesante tanto da non poterla più trasportare, e dovettero restituirla alla comunità.

(14) A Gagliano, tra il 1860 e il 1865, si nascondevano alcuni dei briganti più temuti, tra cui il famoso Pietro Corea, capo della rivolta dei cafoni calabresi. Corea e la sua banda, che comprendeva anche Antonio Trapasso, Pasquale Dardano e la sua compagna Rosaria Mancuso, furono catturati nei alla chiesetta di “S. Maria della Pietà” che tuttora è ubicata a inizio del corso di Gagliano, in mezzo alle abitazioni. L’irruzione dei carabinieri portò alla resa forzata tramite affumicamento della botola in cui si nascondevano.

(15) Gagliano si caratterizza nella città di Catanzaro come rione in cui si conservano antiche tradizioni, che spesso si fondono con i riti della fede attraverso le espressioni della pietà popolare. Tra queste le più noti sono le feste per la Madonna del Carmine e del Rosario, e la Rappresentazione della Passione il Venerdì Santo. Ciò tuttavia non significa mancanza di attenzione sociale e pastorale alle fascie più giovani della popolazione, sempre al centro degli sforzi.

(16) I due campanili appartengono rispettivamente alla chiesa matrice (“S. MariaAssunta”), edificata intorno al 1528, e all’ancora più antica chiesa del “SS. Rosario”, nata con il nome di “S. Caterina Vergine e Martire”. Quest’ultima, la cui costruzione è databile intorno al XII secolo, è la chiesa attualmente in funzione più antica della città di Catanzaro.

(17) La Regia Confraternita del SS. Rosario (nata nel 1580 con il nome di S. Caterina) è il più antico sodalizio di Gagliano e ha sede nell’omonima chiesa di sua proprietà. La Pia Congregazione Reale Madonna del Carmine è nata nella prima metà del ‘600, e ha una propria cappella nella chiesa matrice.