La cattedrale della preghiera

Il 9 novembre la liturgia sospende l’itinerario delle domeniche del Tempo Ordinario per festeggiare la Dedicazione della Basilica Lateranense, dove risiede la cattedra del Papa.
Sì, perché la cattedrale di Roma, che è anche segno di unità di tutta la Chiesa Cattolica, non è S. Pietro in Vaticano, ma S. Giovanni in Laterano.

Quando l’imperatore romano Costantino si convertì alla religione cristiana, verso il 312 d. C., donò alla Chiesa il palazzo del Laterano, che diventò così l’abitazione ufficiale del Papa. La basilica adiacente consacrata da papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di basilica del Santo Salvatore, fu la prima cattedrale del mondo ad essere pubblicamente consacrata.

Nel corso del XII secolo, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni Battista; da qui la sua corrente denominazione di Basilica di San Giovanni in Laterano

Il testo del Prefazio nella Messa odierna ci fa pregare con queste parole:
“(Signore) Nella tua infinita benevolenza hai voluto abitare dove è raccolto il tuo popolo in preghiera, per portare a compimento in noi, con l’incessante aiuto della grazia, il tempio dello Spirito Santo risplendente per santità di vita“.

Quando ci ritroviamo insieme per pregare, proprio là dove ci ritroviamo, in qualunque luogo siamo, con chiunque ci accompagniamo, il Signore viene ad abitare.

Quando, superando separazioni, divisioni e diffidenze, ci riuniamo per pregare insieme, il Signore è già là, ci aspetta e ci accoglie.

Ciò che lo attira non è lo splendore di una chiesa, la perfezione delle cerimonie, l’armonia dei canti, il profumo dell’incenso, ma vedere il suo popolo in preghiera.

È la nostra preghiera e la nostra comunione la prima cattedrale, quella fatta non da mani d’uomo.

Commento per l’omelia della festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, ad opera del parroco, don Michele Fontana

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